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Dati sensibili dell’utente: Come gestirli al meglio - Nice APP

Come deve funzionare la tua app?

Dati sensibili dell’utente: Come gestirli al meglio

Dati sensibili dell’utente: Come gestirli al meglio

Ultimo aggiornamento:

Le applicazioni mobili sono fortemente ancorate ai dati personali e sensibili degli utenti, solo attraverso di essi infatti riescono ad accedere a diverse funzionalità dei device e riescono a garantire quindi delle esperienze d’uso più complete. Tuttavia, l’accesso non è automatico ma richiede l’autorizzazione da parte degli utenti stessi, i quali possono decidere anche di non fornirla.

Tra i principali dati sensibili ricordiamo in primis la posizione del GPS, che su iOS si configura in due modalità diverse, una continua, sempre valida ed una mentre l’app è in uso, e ricordiamo poi i seguenti accessi:

  • alla rubrica
  • al calendario
  • ai promemoria
  • alla libreria musicale
  • alla propria galleria di foto e video
  • all’utilizzo della fotocamera
  • al salvataggio di foto e video dalla propria libreria
  • al bluetooth
  • al microfono
  • al riconoscimento vocale
  • al sistema di domotica
  • ai dati della salute
  • ai dati di movimento e fitness

Se finora avevate qualche dubbio circa l’argomento che stiamo trattando, cioè non eravate sicuri su che cosa fossero i dati sensibili, riteniamo che adesso sia tutto chiaro. Sarà capitato a tutti infatti di lanciare un’applicazione e di ricevere la richiesta di autorizzazione all’accesso ad una funzionalità compresa nell’elenco sopra.

Ma perché sono importanti questi dati? Le motivazioni per i quali vengono richiesti sono principalmente due: da una parte vi è una necessità tecnica, cioè propria dell’applicazione che ne ha bisogno per poter funzionare, e dall’altra vi è una necessità di marketing, nonché di profilazione degli utenti.

Perché l’applicazione necessita dei dati sensibili

Per comprendere il motivo per il quale un’applicazione può aver bisogno di accedere ai dati sensibili per poter funzionare prendiamo come esempio un navigatore. Conoscendo le sue finalità, si intuisce che senza accesso al GPS è praticamente inutile, quindi il suo funzionamento è strettamente legato all’accesso del GPS, così come un’applicazione di fotografia invece deve poter accedere alla fotocamera.

Come abbiamo detto, spetta agli utenti autorizzare o meno l’accesso, ma dato che in certe situazioni tale consenso è fondamentale per poter andare avanti, occorrerebbe impostare i seguenti due elementi: un messaggio che specifichi l’utilità dei dati e un blocco dell’applicazione con una schermata che richiede di consentire l’accesso e non permetta di fare altro.

Tuttavia, sussistono tanti altri casi in cui l’accesso ai dati degli utenti non è fondamentale, ma opzionale, come per esempio per un servizio di consegna a domicilio in cui occorre fornire il proprio indirizzo e per comodità lo si può fornire attraverso il GPS. In questo modo viene effettuato un reverse geocode e si ottiene l’indirizzo immediatamente, con un semplice tap.

Le necessità e le casistiche sono tantissime e dipendono da numerosi fattori come il tipo di applicazione, il servizio che offre, le modalità con le quali si desidera utilizzare il dispositivo, ma comunque l’obiettivo comune è sempre e solo uno: facilitare la vita agli utenti senza essere invasivi.

Quali sono le necessità marketing di un’app

Un progetto mobile vive di dati ed ha quindi bisogno di raccogliere quelli dei suoi utenti per profilarli ed eventualmente per fornire loro dei servizi maggiormente in linea con gli interessi manifestati. Ma considerando che, come dice la parola stessa, stiamo parlando di dati “sensibili”, occorre richiederli correttamente, come? Ve lo diciamo noi!

In primis occorre predisporre le condizioni d’uso del software e renderle disponibili, cioè farle accettare in fase di registrazione; nel documento devono esserci degli espliciti riferimenti circa il tipo di utilizzo che verrà fatto dei dati, nonché la loro modalità di registrazione e stoccaggio.

Lo step successivo riguarda il modo attraverso il quale richiedere l’accesso, che non deve mai essere una richiesta fine a se stessa, cioè non corredata da alcuna motivazione. Converrete con noi che senza una finalità gli utenti non si renderanno disponibili e negheranno quindi l’autorizzazione! Occorre creare delle funzionalità interne all’applicazione per richiedere l’accesso a tale dati, come l’autorizzazione al GPS per usare una mappa per esempio.

Il metodo migliore per richiedere i dati sensibili agli utenti

Abbiamo detto che per garantirsi l’autorizzazione all’accesso dei dati sensibili è fondamentale redigere un piccolo testo informativo che spieghi agli utenti le finalità d’uso. Si tratta veramente di due righe chiare e semplici da mostrare come un alert all’avvio di una funzione specifica, per esempio: “Skype vuole accedere alla fotocamera per poter scegliere le fotografie da inviare ai tuoi contatti”.

Tuttavia una soluzione del genere non può funzionare sempre perché in alcuni casi l’uso che verrà fatto dei dati potrebbe essere molto più interessante di quello descritto in un testo. Talvolta si rendono necessarie quindi delle tecniche differenti, come la schermata di introduzione.
Costruendo una schermata di introduzione si potrà far conoscere con descrizioni scritte ma anche animazioni l’uso dei dati che gli utenti potranno fare. Per esempio si potrebbe pensare ad una mappa che si anima con tutti i luoghi interessanti nelle vicinanze dell’utente e richiedere quindi di consentire l’accesso ai dati. Se gli utenti premono il pulsante, verrà mostrato quindi l’alert di sistema con la reale richiesta di accesso.

La modalità appena vista è a nostro avviso il modo migliore per richiedere in maniera curiosa e non invasiva l’accesso ai dati sensibili, in quanto è coinvolgente e funzionale al tempo stesso.

Quando richiedere l’accesso ai dati personali?

La tecnica di richiedere l’autorizzazione non appena si avvia l’app è stata superata, soprattutto perché è stato ampiamente riscontrato che non portava ai risultati sperati e quasi tutti gli utenti di fronte alla richiesta iniziale rispondono con un “nega l’accesso”.

La regola d’oro da seguire oggi è: “Richiedi l’accesso quando è davvero necessario.”
In un’app di notizie per esempio si potrebbe pensare di richiedere l’accesso alla ricezione delle push notification quando un utente aggiunge una categoria alla propria sezione dei preferiti. Il vantaggio di mandare l’alert con la richiesta in questo preciso momento e non prima si rintraccia nel reale interesse dell’utente e nella sua predisposizione a dare qualcosa per avere maggiori informazioni in cambio.

Anche in questi casi è da valutare tuttavia se far visualizzare un alert con un testo oppure una schermata introduttiva con delle spiegazioni interattive, come abbiamo visto sopra. Le scelte dipenderanno ovviamente dal tipo di relazione che si vuole instaurare, il tone of voice con il quale si vuole parlare e le azioni che si vorranno intraprendere.

Non fatevi spaventare da quanto abbiamo detto finora, per noi è il pane quotidiano! Quello che volevamo trasmettervi è la delicatezza dell’argomento dei dati sensibili, ma soprattutto delle richieste di tali dati, nonché l’importanza di scegliere dei partner che sappiano darvi il dovuto supporto nelle scelte in modo da offrire agli utenti il miglior servizio ed avere maggiori possibilità di monetizzazione.

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